Mentre l’omicidio del sindaco Angelo Vassallo si appresta ad avvicinarsi alla prima udienza del processo emerge le mappa del delitto e l’ombra del metodo mafioso. Lo riporta Il Giornale del Cilento. Chiesto il rinvio a giudizio per quattro indagati, tra cui due militari. Il sindaco-pescatore fu ucciso nel 2010 ad Acciaroli. Lo Stato si costituisce parte civile.
Omicidio Vassallo, la mappa del delitto e l’ombra del metodo mafioso
Tredici anni dopo l’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, si apre uno dei capitoli più delicati della storia giudiziaria del Mezzogiorno. La Procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone, tra cui due ex militari dell’Arma e un imprenditore scafatese, con l’accusa di omicidio aggravato dal metodo mafioso e traffico di droga. Il procedimento è firmato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal sostituto Elena Guarino, e si fonda anche sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che avrebbe ricostruito dinamiche e moventi del delitto.
Gli indagati
Nel mirino della Procura ci sono:
-
Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri;
-
Lazzaro Cioffi, ex brigadiere;
-
Giuseppe Cipriano, imprenditore di Scafati;
-
Giovanni Cafiero, coinvolto a vario titolo nel traffico di stupefacenti.
I primi tre sono ritenuti responsabili, in concorso, dell’omicidio di Vassallo, ucciso con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010 nel porto di Acciaroli.
Il ruolo dei carabinieri e la rete criminale
Secondo gli inquirenti, Cagnazzo e Cioffi avrebbero abusato del loro ruolo fornendo copertura a un sistema criminale ramificato tra Scafati, Castellammare, Acciaroli e la Calabria. Una rete con basi logistiche nel Cilento e affari legati al traffico di stupefacenti.
Il collaboratore Ridosso e il movente
Decisive sono le dichiarazioni di Romolo Ridosso, ex boss scafatese oggi collaboratore di giustizia. In due interrogatori recenti, Ridosso ha raccontato di aver sentito parlare di una “spedizione punitiva” contro Vassallo, ideata da Cipriano dopo che il sindaco si era opposto a un progetto edilizio nel porto: un distributore di carburante con bar annesso. Il boss riferisce anche di una richiesta estorsiva da parte sua – inizialmente da 100mila, poi ridotta a 50mila euro – per sbloccare la situazione.
Droga, incontri riservati e videosorveglianza elusa
Nella ricostruzione di Ridosso emerge un traffico di droga con base ad Acciaroli, introdotto – secondo l’accusa – da Cagnazzo e Cioffi. Ridosso ha raccontato di incontri riservati tra gli indagati e di aver ricevuto istruzioni su come eludere i sistemi di videosorveglianza nella zona del porto. Tra le figure citate anche Raffaele Maurelli, deceduto durante le indagini.
L’udienza preliminare e la posizione degli indagati
Non è stata ancora fissata la data dell’udienza preliminare. Intanto, il Tribunale del Riesame ha scarcerato Cagnazzo, Cioffi e Cipriano, riservandosi 45 giorni per le motivazioni: la decisione potrebbe dipendere dall’assenza di esigenze cautelari o da una valutazione sulle prove raccolte. Nel procedimento si è costituito parte civile lo Stato, accanto ai familiari di Angelo Vassallo. Fabio Cagnazzo, rimasto otto mesi in carcere, ha già annunciato la volontà di dimostrare la propria totale estraneità ai fatti.