Aveva appiccato un incendio negli uffici del settore Servizi sociali del Comune di Sarno, dopo l’ennesimo tentativo fallito di ottenere un colloquio con i dipendenti. Per quei fatti, avvenuti lo scorso 7 febbraio, R.A., 34 anni, è stato condannato a tre anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Nocera Inferiore, al termine del rito abbreviato. Le accuse contestate dalla Procura erano incendio aggravato e porto abusivo di arma bianca come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Sarno, dà fuoco agli uffici comunali per protestare: condannato
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si era presentato negli uffici di palazzo San Francesco nelle prime ore della mattinata. Non essendo riuscito a ottenere un appuntamento, così come accaduto già nei giorni precedenti, avrebbe reagito con un gesto estremo: ha estratto un accendino e ha cosparso di liquido infiammabile alcuni fascicoli conservati in un armadietto, dandovi fuoco. Le fiamme si sono propagate velocemente, costringendo tutto il personale presente al primo piano a evacuare immediatamente l’edificio. La situazione di emergenza ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno domato l’incendio e messo in sicurezza i locali.
Il fuoco ha causato danni significativi, tanto che l’intero piano è rimasto chiuso per giorni, in attesa delle necessarie operazioni di bonifica e ripristino. L’uomo, allontanatosi subito dopo il gesto, è stato identificato in poche ore dagli agenti del commissariato di polizia di Sarno grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte. Inizialmente denunciato a piede libero, nei giorni successivi è stata eseguita nei suoi confronti una misura cautelare su disposizione del giudice per le indagini preliminari.
Durante l’interrogatorio, R.A. ha spiegato di aver agito in preda alla disperazione. Da tempo chiedeva un incontro con il personale dei Servizi sociali per esporre situazioni personali difficili, senza però riuscire ad ottenere ascolto. Quel giorno, esasperato dal mancato supporto, ha perso il controllo e ha dato fuoco ai documenti. Nonostante non abbia mai utilizzato il coltello che aveva con sé – una lama da cucina lunga 7,5 centimetri – l’arma è stata comunque sequestrata dagli agenti e ha costituito uno degli elementi alla base dell’accusa.