Prosegue il processo per la morte di Marzia Capezzuti, la giovane milanese di 29 anni scomparsa nel marzo del 2022 e il cui corpo, in avanzato stato di decomposizione, fu ritrovato il 25 ottobre dello stesso anno in un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno. Un caso complesso, che si intreccia con dinamiche di degrado sociale e presunti silenzi collettivi.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Capezzuti conviveva da tempo con la famiglia del compagno a Pontecagnano Faiano. Dopo la morte dell’uomo, la giovane sarebbe rimasta nell’abitazione di Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, ora imputati nel procedimento in corso stando a quanto riportato da Il Mattino.
Marzia Capezzuti, processo frenato dal muro di omertà
La coppia è accusata di omicidio volontario, sequestro di persona, maltrattamenti, sevizie, occultamento di cadavere e indebito utilizzo della carta Bancoposta intestata alla vittima. Le udienze in tribunale hanno visto la sfilata di diversi testimoni, alcuni dei quali hanno ritrattato o modificato le dichiarazioni fornite agli inquirenti durante le indagini preliminari.
È il caso di una vicina di casa che, sentita nell’ultima udienza, ha negato di aver notato segni evidenti di maltrattamento su Marzia Capezzuti, riferendo che quanto appreso proveniva da voci di terzi. Tuttavia, la pubblica ministera Elena Vivaldi ha contestato alla teste una conversazione intercettata, nella quale la donna raccontava nei dettagli di aver visto la ragazza con lividi sul volto e di aver udito grida provenire dall’abitazione dei Vacchiano-Noschese. La pm ha richiesto la trasmissione degli atti per valutare un’eventuale accusa di falsa testimonianza.
Secondo gli inquirenti, il 7 marzo 2022 Marzia Capezzuti sarebbe stata allontanata con la forza dalla casa dove viveva. Solo poche settimane prima, nel mese di febbraio, era stata presentata una denuncia per maltrattamenti a suo danno. Gli investigatori ipotizzano che la sua uscita dall’abitazione sia stata orchestrata per evitare che eventuali controlli potessero scoprire le sue condizioni fisiche e psicologiche. Da quel momento in poi, la giovane è scomparsa nel nulla, mentre chi abitava con lei parlava di un allontanamento volontario.