Cronaca Salerno, Salerno

Ospedale Agropoli, la denuncia di Nursind: “Pronto soccorso mascherato da punto primo intervento”

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Foto dell'ospedale di Agropoli

Ogni giorno arrivano pazienti in condizioni gravi, bisognosi di interventi urgenti. Ogni giorno, infermieri e operatori sanitari del Punto di primo intervento dell’ospedale di Agropoli si ritrovano a fronteggiare situazioni critiche che richiederebbero un’organizzazione e risorse da Pronto Soccorso vero e proprio.

Quello che avviene al Punto di primo intervento di Agropoli non è più accettabile – dichiara Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno – I nostri colleghi sono costretti a lavorare 24 ore su 24 come se fossero in un reparto di emergenza strutturato, pur essendo formalmente in un servizio che, per normativa, dovrebbe essere attivo solo 12 ore al giorno e supportato dal 118 nelle ore notturne”.

Ospedale di Agropoli, allarme del Nursind Salerno

Il problema non è solo organizzativo, ma riguarda anche le responsabilità professionali. “Agli infermieri – spiega Adriano Cirillo, segretario amministrativo del Nursind provinciale – viene chiesto di effettuare triage complessi, assumendosi in pieno la responsabilità clinica del primo inquadramento del paziente, come ha recentemente confermato anche la Corte di Cassazione. Ma senza che venga riconosciuto il giusto inquadramento, né le indennità economiche previste per chi lavora in Pronto soccorso”.

Secondo il Nursind, la situazione è ormai al limite: “Vogliamo chiarezza – aggiunge Tomasco – perché non si può continuare a far finta di nulla. Se questo è un Punto di primo intervento, allora non è accettabile che si chiedano prestazioni da Pronto Soccorso. Se invece, nei fatti, svolge quelle funzioni, allora si dia dignità al personale che vi lavora”.

Il Nursind provinciale ha chiesto un incontro urgente e monotematico con la direzione del presidio ospedaliero per discutere della situazione e ribadisce che sono ancora in attesa di risposte formali alla nota inviata il 9 marzo scorso. “In assenza di un riscontro – conclude Cirillo – saremo costretti a portare la questione in altre sedi. La salute dei cittadini e la sicurezza degli operatori non possono più essere ignorate”.

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