Cronaca Salerno, Salerno

Omicidio di Marzia, ridotta da 16 a 10 anni la condanna in Appello per il 17enne

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Marzia Capezzuti
Marzia Capezzuti

Ridotta la condanna da 16 a 10 anni per il 17enne ritenuto, insieme ai genitori, il responsabile dell’omicidio di Marzia Capezzuti avvenuto nel marzo del 2022 a Pontecagnano Faiano. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Omicidio di Marzia Capezzuti, ridotta la condanna in Appello per il 17enne

È stato condannato a 10 anni di reclusione il 17enne ritenuto colpevole, insieme ai genitori Barbara Vacchiano e Damiano Noschese (per i quali è ancora in corso il processo davanti alla Corte d’Assise di Salerno), dell’omicidio di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese uccisa a marzo 2022 e il cui corpo fu ritrovato mesi dopo in avanzato stato di decomposizione in un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano, a pochi chilometri da Pontecagnano dove la vittima coabitava con la famiglia dell’ex fidanzato (deceduto anni prima) e dove, secondo le accuse, avrebbe subito una lunga scia di sevizie e violenze.

Il rito abbreviato

I giudici della Corte d’Appello sezione minorenni di Salerno (presidente Ferrara, a latere Brancaccio e Mele) hanno rideterminato la pena: da 16 anni, inflitti in primo grado al termine del rito abbreviato – per i quali il procuratore generale aveva chiesto la conferma – a 10 anni. Ora si attende la motivazione della sentenza emessa ieri pomeriggio, che chiarirà il ragionamento dietro allo «sconto» di pena.

Il giovane imputato, difeso dagli avvocati Luigi Capaldo e Giuseppe Russo, è stato riconosciuto responsabile dell’omicidio in concorso e ritenuto capace di intendere e volere. La difesa aveva richiesto la rinnovazione del dibattimento per effettuare una nuova perizia sulla capacità di intendere e volere, alla luce di un passaggio della sentenza di primo grado che evidenziava una lieve disabilità intellettiva e abilità cognitive inferiori rispetto ai coetanei. Tuttavia, la richiesta non è stata accolta.

Le motivazioni

Dopo la requisitoria del procuratore generale Ida Tortorella, ieri la parola è passata agli avvocati Giuseppe Russo e Luigi Capaldo, le cui arringhe, durate circa quattro ore, hanno evidenziato le forti contraddizioni nelle dichiarazioni testimoniali e la mancanza di univocità nei contenuti del video – in cui il ragazzo avrebbe mimato uno strangolamento con le mani – e nella confessione stragiudiziale fatta alla sorella. Sarà la lettura delle motivazioni della sentenza, attesa entro 90 giorni, a far comprendere se ci siano margini per un ricorso in Cassazione.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’allora 15enne accompagnò la madre e il padre la sera in cui Marzia fu uccisa: il ragazzo sarebbe stato presente durante la commissione del reato, sia nel caricare la vittima su un furgone per poi abbandonarla nel casolare, sia nell’esecuzione dell’omicidio per strangolamento. Intanto, prosegue il processo ordinario davanti ai giudici della Corte d’Assise di Salerno, dove sono imputati i genitori del ragazzo.

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