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Napoli, Venice Kristyn ha conseguito la laurea affrontando sfide e pregiudizi: “Non mi arrenderò mai”

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Venice Kristyn - Foto di Fanpage

Venice Kristyn ha conseguito la laurea in Scienze dell’Educazione presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli affrontando sfide e pregiudizi: “Non mi arrenderò mai”. Nonostante i suggerimenti di cambiare scuola e città, Venice ha perseverato e ha raggiunto il suo obiettivo. Lo riporta Fanpage.

Napoli, Venice Kristyn ha conseguito la laurea

Per tutta la sua vita, Venice Kristyn Russo ha dovuto lottare per raggiungere i suoi obiettivi e realizzare i suoi sogni. Ha affrontato l’arroganza e i pregiudizi degli adulti che hanno cercato di scoraggiarla, a differenza dei suoi coetanei che l’hanno sempre accettata e sostenuta. Grazie al suo impegno e al supporto di sua madre Gheta, Venice è riuscita a laurearsi in Scienze dell’Educazione presso l’università Suor Orsola Benincasa, ottenendo un punteggio di 92 su 110 con una tesi sul teatro: “Il teatro è la mia vita, è lo specchio della mia infanzia – racconta Venice – fin da piccola ho studiato danza, ballo e recitazione”.

La storia

Non abbiamo scelto di parlare di Venice solo per il suo traguardo accademico; il primo caso di una persona con sindrome di Down che ha conseguito una laurea in Italia risale al 2009. Le parole di Gheta Valentino, madre di Venice, ci hanno spinto a mettere in evidenza il tema dei pregiudizi e della mancanza di volontà (spesso mascherata da rassegnazione) che alcuni adulti, inclusi rappresentanti delle istituzioni, hanno dimostrato riguardo al caso di Venice, a partire dal liceo. “Venice ha seguito un percorso scolastico molto sereno, ottenendo risultati straordinari nonostante le difficoltà, grazie all’ottimo lavoro degli insegnanti e agli insegnamenti preziosi del nonno, che l’ha seguita con un amore immenso – racconta Gheta. Tuttavia, durante gli ultimi due anni della scuola secondaria di primo grado, la presenza di Venice in classe è stata ostacolata dall’insegnante di sostegno, che ha sempre usato parole di disprezzo e rimprovero nei suoi confronti, influenzando anche altri colleghi e compromettendo il rapporto tra Venice e i suoi compagni. Sul nostro cammino abbiamo anche incontrato un dirigente scolastico che addirittura ci consigliò di cambiare città, altrimenti Venice non avrebbe avuto opportunità”.

Ancora oggi, le persone con sindrome di Down sono spesso percepite più come un handicap che come individui. Questa visione limitata è diffusa, soprattutto tra gli adulti. Se solo questi ultimi riuscissero a guardare il mondo attraverso gli occhi dei giovani, molte barriere potrebbero essere abbattute, e Venice non sarebbe considerata un’eccezione, ma una presenza pienamente integrata nella comunità, senza la necessità di interventi straordinari da parte di familiari e amici. “Nessun genitore – conclude Gheta – dovrebbe mai sentirsi dire che per dare un’opportunità a suo figlio deve cercarla altrove; le possibilità di realizzazione devono essere disponibili qui e ora”. Nel frattempo, Venice ha già deciso di proseguire i suoi studi anche dopo la laurea: “Farò un master in teatro, perché non mi arrendo mai”.

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