Eboli, stranieri e truffe per pagare i debiti di circa 600mila euro
Il debito bancario di Antonio Della Corte ammontava a 600mila euro. È allora che si configurò l’idea di incendiare la villa di Postiglione per incassare i 1,4 milioni dell’assicurazione. L’accordo con Generali è stato firmato nel gennaio 2020. Due mesi dopo la villa venne data alle fiamme. Sei anni fa, lui e suo padre Vito avevano ricevuto un risarcimento assicurativo di 60mila euro per un furto avvenuto nella loro villa. Sei anni dopo, Generali avvia un’indagine interna. Anche i carabinieri avviano le indagini.
Le anomalie
Dagli accertamenti vengono scoperte alcune anomalie. Le due denunce erano pressoché simili. Nel 2014 un ladro era entrato nell’edificio attraverso una botola nel lucernario. Nel 2020 i piromani avrebbero seguito la stessa strada. I carabinieri mettono i telefoni sotto controllo e le cimici nelle auto. E qui arriva la svolta. Si scoprì che Antonio della Corte e Giuseppe Fabbiano erano a Postiglione poche ore prima che la villa bruciasse. Un anno dopo furono notificati i primi avvisi di garanzia nei confronti di Vito e Antonio Della Corte (padre e figlio), a Giuseppe Fabbiano, il loro factotum. Cosimo La Brocca e Vito Pesticcio vengono identificati come esecutori materiali dell’incendio.