È morto oggi, poco dopo mezzogiorno, Alejandro Sabella, l’ex ct dell’Argentina che aveva 66 anni. A darne la notizia i media sudamericani che avevano seguito nelle ultime settimane l’aggravarsi delle sue condizioni di salute dal ricovero a Belgrano fino alla triste notizia arrivata oggi.
Argentina ancora in lutto, morto Alejandro Sabella
Una lunga vita nel calcio, da calciatore prima e allenatore poi (con un passaggio rapido anche in Italia nel 2001 con il Parma di Tanzi), fino alla guida della nazionale argentina, allenata dal 1994 al 1998 e poi dal 2011 al Mondiale 2014, quello del secondo posto con la sconfitta in finale. Un altro lutto importante per il calcio argentino a due settimane dalla morte di Diego Armando Maradona.
La morte di Maradona
Sabella è morto a causa delle complicazioni di un problema cardiaco. “La morte di Maradona lo ha colpito molto ed è stato ricoverato per un controllo perché è un malato di cuore. In ospedale sarà sottoposto ad un check up completo”. Erano state queste le dichiarazioni di qualche giorno fa della sua famiglia, al momento del ricovero.
È stato anche uno dei primi argentini a giocare in Inghilterra, in tempi in cui i rapporti fra i due Stati non erano di certo distesi, diventando un esempoio per molti giovani. Oltre alla finale Mondiale del 2014, fra i suoi tanti successi anche una Coppa Libertadores.
La carriera di Sabella da giocatore e allenatore
Classe 1954, Sabella è stato un centrocampista di talento, ha legato l’inizio della sua carriera al River Plate con cui vinse due campionati prima di sbarcare in Europa. In Inghilterra giocò tra gli anni ’70 e ’80 con Sheffield United e Leeds prima di tornare in patria con l’Estudiantes, ha vissuto, poi, anche un’esperienza da calciatore con il Gremio.
Lasciato il calcio giocato nel 1989, tornò in pista come vice allenatore di Daniel Passarella, è stato per quattro anni sulla panchina dell’Argentina, poi lo seguì anche all’Uruguay, nella breve esperienza al Parma, ma anche al Monterrey, al Corinthians e al River Plate. Poi nel 2009 passa all’Estudiantes come capo allenatore vince il campionato argentino e la Copa Libertadores, fare meglio era impossibile. Nel 2011 sostituisce Batista sulla panchina dell’Argentina che conduce con Messi in campo fino alla finale dei Mondiali di Brasile 2014, persa di misura con la Germania.